Di seguito lo stralcio del mensile Metropolis di dicembre 2017, relativo alle realtà scout presenti nella città di Bolzano.
Il movimento educativo che forma buoni cittadini
Lo scoutismo è una realtà presente sul nostro territorio fin dal 1945
A Bolzano si contano oggi tre gruppi: laico, cattolico e musulmano
Il movimento scoutistico venne fondato in Gran Bretagna nel 1907 da Robert Baden Powell. A 110 anni dalla nascita lo scoutismo ha continuato a diffondersi riscontrando moltissimo successo e grandi adesioni in tutto il mondo. Le associazioni scoutistiche nascono a Bolzano con la fine della seconda guerra mondiale, periodo in cui lo scoutismo fu abolito dal fascismo.
Nel 1945 venne fondata la Sezione di Bolzano del CNGEI (Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani) e nell’anno successivo nasce anche l’AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani). Più recente invece, nel febbraio del 2015, è la nascita della sezione bolzanina dell’ASMI (Associazione Scout Musulmani Italiani).
A Bolzano si possono contare attualmente circa 400 ragazzi e ragazze che appartengono ad uno di questi tre movimenti scoutistici.
“È importante per noi capi scout mantenere una certa flessibilità” afferma Issam Bouaga, capogruppo della sezione di Bolzano dell’ASMI, che poi continua: “Solo così ci possiamo permettere di accogliere ragazzi e ragazze nonostante i cambiamenti della società”.
Mentre il primo gruppo si definisce laico, gli altri due fondano le proprie radici su una credenza religiosa. “È vero, siamo gruppi diversi, con credenze differenti, ma condividiamo lo stesso spirito scoutistico” dichiara Adriano Christian Ruotolo, presidente della sezione bolzanina CNGEI. “Tra scout ci sentiamo l’uno fratello dell’altro” aggiunge Giovanni Morello, responsabile di zona del gruppo AGESCI.
In lingua inglese il termine Scout significa “esploratore”. L’esplorazione è infatti il concetto su cui si basano le principali attività scoutistiche. Il suo scopo è di accompagnare i ragazzi, all’interno di un ambiente educativo informale, a crescere, collaborare, e riflettere sviluppando una propria autonomia. “Siamo convinti di essere un ente educativo e non come tanti pensano un’associazione del tempo libero” afferma Morello.
Ciò che rende unico il percorso formativo scoutistico sono i tre principi su cui si basa: autoeducazione, coeducazione ed educazione continua. Il cammino di uno scout inizia con la promessa, atto
in cui viene espresso l’impegno di fedeltà nei confronti degli ideali del movimento e della Legge Scout. Fiducia, coerenza, altruismo, cortesia e spirito collaborativo sono alcuni dei valori che uno scout ha il dovere di testimoniare durante la propria vita.
Il percorso scout si propone di accompagnare ragazzi e ragazze nel diventare “buoni cittadini” e generalmente si può dividere in tre fasi. La prima coinvolge bambini da 8 ai 12 anni circa e si basa sull’esplorazione e l’apprendimento attraverso il gioco. “I giochi che proponiamo ai più piccoli – spiega Ruotolo – non sono fini a sé stessi, ma mirano alla sensibilizzazione dei piccoli gesti”. È proprio attraverso attività giocose infatti che si possono trasmettere facilmente valori importanti come la condivisione, l’altruismo e la reciprocità.
La seconda fase comprende giovani nella fascia adolescenziale e mira allo sviluppo della persona e della propria responsabilizzazione. La terza prepara i ragazzi ormai adulti alla vita comunitaria con occhi rivolti alla società. Quest’ultima fase in particolare dà la possibilità al ragazzo di essere parte attiva della società attraverso servizi di volontariato rivolti alle criticità sociali presenti sul territorio.
Lo scoutismo unisce persone di ogni età, genere e cultura di tutto il mondo attraverso ideali di accoglienza e collaborazione.
Una forte testimonianza di ciò la si trova nel più grande raduno scout, il Jamboree, che ogni 4 anni riunisce ragazzi e ragazze da tutto il mondo. All’ultima edizione del 2015 in Giappone vi hanno partecipato circa 35.000 scout.
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